La satira sociale in Anniversario di Harold Pinter
Traduction de Annamaria Martinolli
Il presente testo è un frammento del saggio pubblicato sul Journal of College of Education for Women, vol. 26 (4) 2015, University of Baghdad, English Language Dept., pp. 1222-1227. Gli autori sono il Dr. Muayad Enwiya Jajo e Marwa Ghazi Mohammed. La traduzione è a cura di Annamaria Martinolli.
In Anniversario, Harold Pinter raffigura un campionario di persone appartenenti a quella generazione che è stata cresciuta in base ai principi del potere e del denaro senza ricevere alcuna istruzione. Malgrado la satira sociale che il drammaturgo mette in scena attraverso i tre gruppi impegnati a festeggiare l’anniversario al ristorante, il modo in cui egli risalta l’elemento morale ne fa una delle tematiche più importanti della pièce. Harold Pinter si focalizza sul glorioso passato in cui intere generazioni venivano allevate in base a un sistema fatto di etica, cultura e istruzione. I gruppi che festeggiano al ristorante costituiscono un campionario di persone che controllano e governano il mondo: una generazione ignorante e avida che è anche diretta conseguenza della guerra.
Anniversario è stata scritta nel 1999 e rappresentata per la prima volta dall’Almeida Theatre Company all’Almeida Theatre di Londra il 16 marzo 2000. La trama è incentrata su tre coppie che si radunano nel più costoso ristorante londinese. Al primo tavolo, due coppie stanno festeggiando un anniversario di matrimonio: Lambert, un volgare e sboccato quarantenne, festeggia con la moglie Julie, della stessa età; il fratello di lui, Matt, partecipa all’evento con la moglie Prue, sorella di Julie. Al secondo tavolo, Russell, un losco banchiere d’investimento, sta festeggiando la recente promozione con la moglie Suki, insegnante, a cui Russell confessa una storia con la segretaria.
Allo stesso tempo, il maitre d’hotel, Richard, la sua assistente Sonia e un giovane cameriere, che ha eccezionali fantasie da sindrome della falsa memoria, assumono ruoli che vanno oltre quelli del semplice staff del ristorante. Il cameriere – che nella pièce si chiama appunto solo “cameriere” – interviene con una serie di aneddoti di un rimarchevole nonno che afferma di aver conosciuto famosi scrittori, celebri artisti e politici della prima metà del Ventesimo secolo.
Lambert riconosce in Suki una delle donne da lui amate, quindi invita lei e Russell a unirsi al tavolo suo e della moglie e insiste per pagare il conto generale. Tutti se ne vanno, tranne il cameriere che offre ancora qualche aneddoto finale. Sono sue le ultime battute dell’opera.
Una sorta di surreale sensazione di vacuità che disastrosamente si ripete viene data dalla consapevolezza che due delle coppie sono formate da sorelle sposate con fratelli. I personaggi dell’opera sembrano dimenticare tutto ciò che conta. Lambert, per esempio, dimentica l’importante occasione del festeggiamento del suo anniversario. Questa incapacità di ricordare è suggerita dalle battute di apertura della pièce:
Cameriere Di chi è l’anatra?
Lambert L’anatra è per me.
Julie No, non è tua.
Lambert Ah no? E di chi è?
Julie È mia.
Lambert Io cosa ho preso? Credevo di aver preso l’anatra.
Il suo non sapere è accompagnato da domande infantili che denotano quel tono di disperazione che caratterizzerà il suo comportamento per tutto l’arco della pièce:
Lambert […] E io? Io cosa ho ordinato? Non ne ho la minima idea. Cosa ho ordinato?
La moglie Julie ignora tutte le sue domande, e ognuno dei componenti delle due coppie non ricorda se quella sera ha assistito a un balletto. Infatti, quando Richard gli chiede se sono stati a teatro o a un balletto, nessuno è in grado di rispondergli. Si dimostrano fatui nei confronti di qualsiasi cosa abbia a che fare con la cultura. La coppia del secondo tavolo condivide la stessa ignoranza quando gli viene chiesto da Sonia cos’hanno fatto: Russell e Suki dichiarano di essere stati all’opera dove “succedeva un po’ di tutto. Cantavano molto. Moltissimo, a dire il vero. Non la smettevano mai”.
C’è un’evidente mancanza di rapporto tra marito e moglie, espressa dal loro non comunicare. Nel corso della conversazione, i personaggi si scambiano anche insulti: Russell dà della troia a Suki, mentre Julie raccomanda al marito di comprarsi un’auto nuova e andare a sbattere contro il muro. Anche se Suki si sforza con impegno di nascondere il disprezzo per il marito, lo sminuisce anche quando sembra che lo stia riempiendo di complimenti:
Suki Certo. Senti. Se io avessi dei soldi li investirei su di te. E sai perché? Perché credo in te.
Russell Cos’è questa storia degli schedari?
Suki Ma niente. Sono cose di quando ero una segretaria giovane e provocante. Non lo farei più, oggi. Mai. Non se ne parla proprio. Sai com’è, ero così eccitabile, mi eccitava l’eccitazione, ma non lo rifarei adesso che sono una donna e non più una ragazzetta stupida, leggera, maliziosa, porcellina e provocante tutta risatine, sai, a volte non riuscivo ad andare da uno schedario all’altro da quanto ero eccitata, vogliosa e sculettante, gli uomini non riuscivano a togliermi le mani di dosso, era terribile, pretendevano di tutto, ma tornando a cose più serie, hanno ragione di credere in te, perché non dovrebbero credere in te?
La spiegazione che dà del perché i capi dovrebbero credere in lui è un’evidente dimostrazione di questo suo disprezzo. Russell, da par suo, pretende rispetto da Suki pur non essendo in grado di rispettarla. Suki mette sullo stesso piano il suo amore per lui e quello per i soldi: “Senti, io voglio che tu diventi ricco, voglio proprio che diventi ricco e che mi compri delle case e delle mutandine, così sarò certa che mi ami davvero”.
Nell’Anniversario, Harold Pinter giustappone l’idea di ricchezza al potere con lo scopo di fornire un esempio del nouveau riche, la cui copiosa ricchezza non basta a celarne il volgare comportamento. La condotta di Lambert, quando sventola in giro le sue banconote da cinquanta sterline dopo la fine della cena, rivela che il concetto di denaro e potere è l’unica cosa in cui crede. Dà due banconote a Richard, e una a testa a Sonia e al cameriere, trattando lei come una lap dancer mentre le agita i soldi davanti alla scollatura e le chiede di infilarseli nelle giarrettiere. L’attività di consulenti strategici dei due fratelli Lambert e Matt richiede forza e violenza associate alla ricchezza, poiché il denaro resta al servizio del potere.
La pièce dimostra come anche le donne, alla pari degli uomini, possano esercitare il potere. “È sempre la donna a vincere” afferma Julie. Russell, che si vanta delle sue relazioni di potere, si lamenta di essere sfruttato dalla segretaria: “Tutte uguali, le segretarie, ci stanno tutte. Come i politici. Amano il potere. Quel po’ di potere che hanno, lo usano”. Pinter ritrae élite di potere che si sentono costantemente minacciate da chi sta sotto di loro, e che vogliono controllare il mondo. Con queste scene di rapporti di potere, il testo suggerisce la mobilità all’interno della gerarchia sociale; le donne hanno ereditato il potere degli uomini. L’opera fa riferimento al fatto che il potere immeritato e la sua violenza non sono cambiati, ma le specifiche identità dei dominanti e dei dominati sono diventate imprevedibili.
Il linguaggio utilizzato dai commensali è osceno e carico di termini sessuali, e il testo fornisce un’accurata analisi della parlata tipica del milieu dei loschi affari dell’East End di Londra e dei gangster nouveau riche. I personaggi sembrano distaccati dal loro passato. Ne parlano solo quando è in gran parte legato a questioni di affari personali. Anche quando parlano dei figli, esprimono un distacco emotivo dalle loro creature, come quando Matt afferma: “I figli. Nessuna memoria. Non si ricordano di niente. Non ricordano chi siano stati la loro madre o il loro padre. Per loro siamo come un buco nel muro. Non ricordano nemmeno la loro stessa vita”. La satira sociale di Harold Pinter mostra la superficie rozza e volgare di quelle vite; egli ci presenta un microcosmo della Gran Bretagna post thatcherista, la descrizione di una società controllata dall’avidità e dal deterioramento degli standard educativi e intellettuali.
In netto contrasto con le tre coppie di commensali, c’è il giovane cameriere la cui memoria del passato è un confuso caleidoscopio di cultura novecentesca e le cui emozioni sono incentrate su suo nonno. Questo personaggio, che interviene descrivendo i ricordi del nonno, rappresenta i valori perduti e viene insultato proprio da quelle sedicenti classi chiacchierone. Il suo ruolo è mantenere vivo il ricordo dello strato morente della società, e allo stesso tempo si rivolge agli altri in un tono di sottile, ma cortese, scherno. Il cameriere “nelle cui mani risiede l’eredità del passato… può solo essere ‘intervenuto’ nelle vacue vite dei festeggianti da qualche regno di disperata memoria e speranza”[1].
Lo spettacolo, attraverso i suoi personaggi, ritrae tre mondi diversi. I due tavoli presentano due mondi, due registri. Il primo, con Lambert, Julie, Matt e Prue, è apparentemente una lotta per il potere, rozza, predatoria e di successo, celata dalla ricchezza; con donne e uomini che si comportano male in pubblico. Il secondo, formato da Russell e Suki, è controllato e mellifluo. Quello che emerge in superficie, di questi due mondi, sono i tradimenti, i sospetti e le fobie parzialmente sepolte. I personaggi di questi due mondi si sentono angosciati e disperati a causa della loro incapacità di legittimare la loro esistenza in qualsiasi altro modo che non sia l’affermazione del potere, il che significa che i loro gesti sociali nascondono i veri sentimenti di paura e pura aggressività.
Il terzo mondo raffigurato nella commedia è formato da Richard, Sonia e il cameriere. I commensali creano un’identità sessualizzata di Sonia e del cameriere, che passano la maggior parte della pièce cercando di sfidare tale identità attraverso la rivelazione di Sonia di piccole avventure romantiche del suo passato e i racconti del cameriere sui personaggi famosi che suo nonno conosceva.
Ogni personaggio lotta per creare un’identità individuale di fronte alle incertezze di un ambiente che minaccia sempre di sovvertire la possibilità del sé che si rivela attraverso i disperati tentativi dei personaggi di inventare le loro tradizioni. Attraverso la condotta dei commensali, Anniversario diventa una drammatizzazione delle conseguenze del crollo dei valori borghesi tradizionali. Così, l’opera è considerata la caricatura di una società altamente consumistica.
Gli interventi del cameriere contengono una toccante nostalgia per i valori del passato che egli non ha modo di sperimentare. Questi valori esistono come parte di modelli mitici che ha ereditato dalla cultura dell’upper-class rappresentata dall’arte colta, dalla storia aristocratica e dalla cultura popolare di Hollywood negli anni Trenta e Quaranta del Ventesimo secolo. I suoi interventi conferiscono uno sfondo più umano all’avidità e al godimento dei commensali e fanno di lui un ricercatore della storia e della cultura del passato. Questo si ottiene anche attraverso le narrazioni delle frequentazioni impossibili di suo nonno la cui memoria riassume il quadro artistico e politico del Ventesimo secolo.
Il cameriere, nella commedia, pronuncia tre monologhi che lui chiama interventi. Attraverso di essi, fa ossessivamente riferimento a un regno di conquiste culturali in netto contrasto con il presente. Parlando del nonno dichiara:
Cameriere …In realtà li conosceva tutti: Ezra Pound, W. H. Auden, C. Day Lewis, Louis MacNeice, Stephen Spender, George Barker, Dylan Thomas, e se andiamo un po’ più indietro negli anni lo vediamo bere un bicchiere con D. H. Lawrence, Joseph Conrad, Ford Madox Ford, W. B. Yeats, Aldous Huxley, Virginia Woolf e Thomas Hardy già rimbambito…
E inoltre aggiunge:
Cameriere …Andava spesso in giro con Clark Gable e Elisha Cook jr ed è stato uno dei pochi veri inglesi a esserci riuscito con Hedy Lamarr.
Il discorso finale del cameriere è una sorta di evocazione poetica di un passato basato sull’amore, il legame familiare e il mistero di diverse prospettive. Evoca la felicità perduta in un mondo dove contano solo piaceri e potere e dal quale il cameriere è escluso perché è controllato da persone come i commensali. Mostra anche la sconfitta dei suoi tentativi di prendere parte all’atto comunicativo in quanto viene lasciato solo. Un’altra cosa che questo discorso rivela è l’origine del conflitto insita nei rapporti umani più intimi, tra amici, amanti e coniugi.
Quanto affermato dal cameriere serve anche a connettere il mondo dei commensali alla brutale realtà di una tortura mondiale:
Cameriere …Mio nonno, a quei tempi, aveva tutto ciò che un uomo poteva desiderare. Era alto, scuro di capelli e aitante. Pieno di buona volontà. Avrebbe dato una mano a uno storpio senza gambe anche se si fosse trascinato sulla pancia imbrattato di melma e del fango di un viottolo di campagna. Lo avrebbe aiutato a raddrizzarsi, gli avrebbe indicato la strada giusta, la direzione esatta da seguire. Era un po’ come Gesù Cristo, in un certo senso. Ed era molto socievole. Amava quelli del suo giro, W. B. Yeats, T. S. Eliot, Igor Stravinsky, Picasso, Ezra Pound, Bertholt Brecth, Don Bradman, le sorelle Beverley, gli Inkspots, Franz Kafka e i Three Stooges. Sapeva dove andavano a isolarsi, dove vivevano da soli, dove lottavano contro le proprie depravazioni selvagge e brutali, su quale parte del corpo avevano le ferite, ombelichi, gambe, busti, occhi, gole, petto, coglioni…
Le ferite di cui egli parla riportano alla memoria l’effetto della tortura. Harold Pinter fonde la sofferenza di un artista in esilio con quella di una vittima della violenza politica.
Con questa miscela di furore, umorismo, compassione e speranza, l’autore presenta le vite vuote dei personaggi che fanno sì che il titolo Anniversario suoni ironico. È ovvio che nessuno dei gruppi di commensali è in vena di festeggiare, sembra anzi che soffrano di una mancanza di rispetto per la propria persona, fiducia in se stessi e amor proprio. Tuttavia, l’umore di Lambert cambia quando riconosce in Suki una ragazza del suo passato. Suki rappresenta l’amore perduto di Lambert. Egli dichiara: “Una volta mi sono innamorato di una ragazza e lei di me. Ne sono certo”. Questo spiega la sua generosità quando insiste a pagare per tutti, compresi Russell e Suki. Ha nostalgia del suo passato. Eppure i commensali restano: “avviluppati nel loro presente agiato, e se quel presente ha un passato, non si estende al di là degli incontri sessuali più o meno affettuosamente ricordati”[2].
Secondo il critico Mark Batty, l’opera lascia presagire in modo inquietante che il fondamento del mantenimento della pace nel nuovo ordine mondiale è diventato un termine abusato e un paravento per strategie di potere imperialistiche. L’indizio della dimensione politica della commedia è dato dalla rivelazione che Russell è un banchiere, e i due fratelli gangster, Lambert e Matt, sono consulenti strategici che non portano pistole ma “per il mondo intero, salvaguardano la pace”. Lambert e Matt annunciano la natura del loro lavoro mentre si godono un pasto con le loro mogli nel ristorante più costoso della città per celebrare l’anniversario di matrimonio di Lambert e Julie. I gruppi di persone che si riuniscono in questo ristorante alla ricerca delle delizie del cibo e del divertimento, rappresentano la potente minoranza che governa felicemente il corso della nuova Europa e ridefinisce la rete di potere globale alla fine del secolo. Harold Pinter avverte, con sottigliezza e cura, che ci sono “molti anniversari a venire” per i custodi della pace.
Pinter è passato dalla semplice pensione dove vive Stanley in Festa di compleanno (1958) a un ristorante molto costoso dove si incontrano potere e denaro in Anniversario (2000). Questa transizione mostra la maturazione dell’idea della sofferenza dell’uomo; da Stanley, che viene torturato da sicari, agli ospiti del ristorante che sono responsabili del tragico destino della sofferenza dell’uomo poiché hanno potere e denaro: le qualità principali per controllare il mondo. L’ignoranza dei clienti in ambito letterario e culturale è messa a confronto con il sapere del cameriere che continua a fare riferimento all’educazione del nonno. Questo paragone ritrae l’ironica situazione dell’era contemporanea in cui l’élite al potere, che controlla il mondo, è costituita da gruppi di ignoranti che usano un linguaggio osceno e non hanno legami familiari; mentre alle persone istruite non resta che anelare il glorioso passato, quando l’istruzione e i valori sociali erano considerati gli standard più alti in una società. La sofferenza dell’uomo è destinata a continuare finché queste persone controllano il mondo imponendo nuovi standard che devono prevalere.
Qui è possibile scaricare il copione italiano in PDF:
Qui invece è possibile vedere la pièce in lingua originale interpretata da Colin Firth:
Note:
[1] Katherine H. Burkman, Harold Pinter and the Case of the Guilty Pen, in The Pinter Review: Collected Essays 1999-2000, ed. Francis Gillen and Steven H. Gale (Florida: The University of Tampa Press, 2000) , p.20.
[2] Reitz, Bernhard. Harold Pinter’s Political Plays of the Nineties, in British Drama of the 1990s. Ed. Bernhard Reitz and Mark Berninger. Heidelberg: Anglistik and Engischunterrich, 2002, p. 177.
I passi dell’opera sono riportati nella traduzione di Alessandra Serra per Einaudi.