La vendetta femminile: violenza, assurdità e umorismo nero nei racconti brevi di Roald Dahl (II)
Traduction de Annamaria Martinolli
Intrappolare il marito: La moglie vendicativa in L’ascesa al cielo (1954)
Il presente testo è un frammento del saggio pubblicato sul Journal of College of Education for Women, vol. 27 (3) 2016, University of Baghdad, Iraq, pp. 1175-1178. L’autrice è la dottoressa Maysaa Husam Jaber. La traduzione è a cura di Annamaria Martinolli.
Questo racconto fu pubblicato per la prima volta sul New Yorker e poi ristampato nel 1960 nella raccolta Kiss Kiss. La storia narra di Mrs. Foster, una donna che ha paura di perdere treni, aerei o navi. Durante un viaggio per andare a trovare la figlia e i nipotini a Parigi, il marito, Eugene Foster, continua deliberatamente a farle perdere tempo. Quando si trovano già in macchina per andare verso l’aeroporto, Mr. Foster rientra in casa per recuperare un regalo per la figlia. Mrs. Foster, molto ansiosa all’idea di perdere il volo, trova il regalo nascosto in macchina e salta fuori che lui la sta crudelmente prendendo in giro. Così, lei lo segue in casa per sollecitarlo a sbrigarsi, ma poi si ridirige verso l’aeroporto da sola lasciando lui indietro. L’orribile destino di Mr. Foster viene rivelato solo quando la moglie rientra da Parigi sei settimane dopo. Si scopre così che lei lo ha lasciato intrappolato nell’ascensore dove, verosimilmente, è andato incontro a una morte atroce.
Esattamente come in Cosciotto d’agnello, il racconto presenta un’altra donna vendicativa. Mrs. Foster regola i conti con il marito vendicandosi di lui per come la prendeva in giro e approfittava della sua debolezza (la paura di arrivare tardi) a suo danno. Malgrado sia consapevole di aver intrappolato l’uomo in ascensore e abbia coscienza che in questo modo lui farà una morte solitaria, lei sembra ancora calma e composta. Il fatto di lasciarlo lì mentre lei va a prendere un volo verso Parigi e si diverte con la figlia e i nipotini, sapendo che la casa è vuota dopo aver allontanato la servitù, delinea il personaggio come una spietata vendicatrice.
La caratterizzazione di Mrs. Foster è la chiave dell’intreccio del racconto. È la sua “grave ossessione” a influenzare l’andamento della narrazione e tale ossessione è anche quella che determina la serie di eventi che si verificano. La storia si apre con una descrizione delle dinamiche in atto tra Mr. e Mrs. Foster:
Probabilmente Mr. Foster avrebbe avuto tutto il diritto di irritarsi per quella sciocca mania della moglie, tuttavia non aveva nessuna scusa per il fatto di accrescere l’angustia di lei facendola aspettare inutilmente. Attenzione, però, non è assolutamente certo che lui facesse questo, e tuttavia, quando dovevano andare da qualche parte calcolava così accuratamente i tempi – solo un paio di minuti di ritardo, capite – e si comportava con tanta disinvoltura, che era difficile credere che infliggesse di proposito, studiatamente, quell’odiosa piccola tortura alla moglie infelice.
In questo passaggio risulta evidente che Mr. Foster non è la vittima. Egli tortura apposta la donna con il problema dell’orario, e questo la rende una “moglie infelice”. Fin dall’inizio, Roald Dahl crea un equilibrio complesso e inquietante tra il crimine e la sua giustificazione. La storia spinge a chiedersi se Mrs. Foster sia giustificata o no nelle sue azioni (l’omicidio che commette). E ci si chiede se Mr. Foster si meriti o meno il suo destino. I racconti di Dahl sembrano non fornire facili soluzioni; la polarità del bene opposto al male e del giusto opposto allo sbagliato non esiste. In compenso, c’è una sfocatura tra le due estremità del continuum della natura umana, e nel caso del rapporto tra i due coniugi, è anche influenzata da questa complessa impostazione. Il lettore parteggia e simpatizza alternativamente per Mrs. Foster, sapendo che il marito gioca con i suoi sentimenti e le sue ansie, e per Mr. Foster quando, alla fine del racconto, si scopre che la moglie lo ha ucciso.
In effetti, questa complessità non plasma solo l’impianto morale della storia ma anche il modo in cui la donna viene caratterizzata come vendicatrice. Mrs. Foster che “era sempre stata una brava moglie affettuosa” si confronta con l’ingiustizia della “tortura” perpetrata dal marito, eppure il suo gesto (la brutalità e la spietatezza con cui lo lascia morire senza provare alcun senso di colpa) non è facile da capire, malgrado il maltrattamento da lei subito. La tensione tra queste due posizioni è alla base della partecipazione emotiva che mantiene vivo l’interesse nella storia. Preserva anche l’ambivalenza sulla posizione morale da assumere nei confronti dell’omicidio di Mr. Foster: dovremmo simpatizzare per lui o pensare che se lo sia meritato?
L’elemento disturbante dei racconti di Roald Dahl è il brusco cambiamento caratteriale delle persone. Una casalinga si trasforma all’improvviso in assassina. Proprio come in Cosciotto d’agnello, la gioia della vita coniugale assume l’orrorifica piega dell’incubo. La critica che Dahl porta avanti per l’intera opera non colpisce solo l’istituzione del matrimonio ma va oltre, puntando sull’oscurità della natura umana. Anzi, l’autore riesce con efficacia a fondere elementi di commedia amara e nera con elementi di violenza e crudeltà sconvolgenti sotto molti aspetti. La trama si fonda sullo “scherzo” che il marito gioca alla moglie per infastidirla, ma che gli si rivolta contro costringendolo a pagarne il prezzo con la sua stessa vita. In questo contesto, il grottesco e la violenza associati a toni da commedia fanno sì che il racconto costituisca un esempio di come Roald Dahl si avvalga della commedia nera.
L’effetto suscitato dalla storia dipende da come Mrs. Foster riesce a compiere il suo gesto a sangue freddo. Tale effetto è altresì racchiuso nello shock provato dal lettore quando realizza che Mrs. Foster è davvero capace di uccidere il marito in quel modo. La differenza tra l’immagine iniziale che viene data di Mrs. Foster e la sua evoluzione finale costituisce il fulcro della trama. In questo caso specifico anche lo stile dell’autore assume la sua importanza. Il modo in cui descrive gli avvenimenti più terribili avvalendosi di un tono obiettivo, se non addirittura distante, crea una contraddizione che costituisce la chiave per interpretare gli elementi di commedia e violenza nella storia.
Gran parte della storia è costituita dagli estenuanti scambi di battute tra Mr. e Mrs. Foster; lei lo esorta a sbrigarsi per non perdere l’aereo, e lui si prende gioco di lei facendole perdere tempo. La tensione è introdotta sottoforma di commedia avente per protagonisti un marito burlone e una moglie inutilmente ansiosa. Il finale, tuttavia, vede compiersi un’evoluzione in Mrs. Foster; è più padrona di sé ed è quella che dà gli ordini:
“Presto, autista! Presto”.
“Suo marito non parte con lei?”, chiese l’uomo, stupito.
“No, di certo. Dovevo accompagnarlo al club. Non importa. Capirà. Prenderà un taxi. Ma non stia a parlare. Guidi! Ho un aereo per Parigi da prendere!”.
Con lei che lo sollecitava dal sedile posteriore, l’autista premette l’acceleratore e lei fece in tempo, per pochi minuti, a prendere l’aereo. Poco dopo sorvolava l’Atlantico, stesa comodamente nel suo sedile, e ascoltava il rombo dei motori. Finalmente stava andando a Parigi.
Poi il narratore onnisciente descrive il cambiamento che sta avvenendo nella personalità di Mrs. Foster. È un cambiamento che la mostra non solo più rilassata, o addirittura più felice, ma anche più forte. Il suo essersi sbarazzata del marito le dà un senso di libertà mai provato prima e sembra che la vendetta l’abbia liberata dall’ansia:
Aveva mantenuto quel suo nuovo stato d’animo: si sentiva molto forte e, in un certo strano modo, benissimo. Certo ansimava ancora un tantino, ma questo più per lo stupore di ciò che aveva fatto che per altro, e mentre l’aereo si allontanava sempre più da New York e dalla Sessantaduesima Est, si sentì invasa da un gran senso di calma. Quando giunse a Parigi, non si era mai sentita tanto forte e calma.
Questo atteggiamento risulta anche più evidente giusto alla fine della storia, quando rientra da Parigi per vedere la sua casa vuota. Vi entra come se la stesse ispezionando per poi valutare la sua prossima mossa. È calma e composta: “C’era qualcosa di deciso nei suoi movimenti, aveva l’aria di chi stia investigando su una qualche chiacchiera sentita o che cerchi conferma a un sospetto”. Quando finisce l’ispezione, che consiste nell’avere conferma della morte del marito in seguito alla di lei partenza, Mrs. Foster ha “un’aria soddisfatta”. Questo mostra un lato diverso della donna nevrotica dell’inizio del racconto. È in grado di mantenere il controllo e c’è determinazione in come gestisce le conseguenze delle sue azioni. Va nello studio del marito e fa la telefonata riguardante il guasto all’ascensore che ha determinato l’ascesa del marito “al cielo”, la sua morte:
“Pronto. Senta, sono Mrs. Foster, Nove Sessantaduesima Est… Sì, esatto. Potrebbe mandare qualcuno al più presto possibile? Sì, sembra che sia bloccato tra il secondo e il terzo piano. Stando all’indicatore, almeno… Subito? Oh, lei è molto gentile. Sa, le mie gambe non ce la fanno più a salire tutte quelle scale. Grazie molte. Arrivederci”.
Chiamando dallo studio del marito, Mrs. Foster dà prova di fiducia, audacia e, forse, anche rancore. È l’ultima fase della sua vendetta contro il marito. L’affermazione che chiude la storia illustra a sua volta la completa trasformazione di Mrs. Foster in donna vendicativa: “Mise giù e rimase seduta alla scrivania del marito disponendosi ad aspettare pazientemente l’operaio che presto sarebbe venuto a riparare l’ascensore”. Ha il pieno controllo di sé e un alibi perfetto per farla franca. È lei a ridere per ultima dopo essersi vendicata delle vessazioni inflittegli dal marito. La nuova Mrs. Foster incute una spaventosa soggezione ed è a malapena riconoscibile rispetto a quella vista all’inizio della storia, e descritta come una donna ansiosa e ossessiva.
In conclusione, L’ascesa al cielo ci presenta un altro esempio di rapporto coniugale destinato a collassare improvvisamente. La storia è una critica al matrimonio in quanto ostacolo alla serenità personale. Nel caso di Mrs. Foster, l’omicidio è la strada per la libertà e la felicità. Roald Dahl offre dunque una visione della rappresentazione dei ruoli di genere negli anni Cinquanta del Novecento. La storia traccia un ritratto della disillusione del matrimonio come rifugio di felicità e amore. In questo senso, essa critica i tradizionali ruoli di genere, così come percepiti dalla società dell’epoca, mostrando una donna intrappolata nel suo matrimonio e il suo ricorrere a misure estreme pur di essere libera, intrappolando letteralmente a morte il marito. Questa critica si inserisce nelle intersezioni tra violenza, umorismo nero e assurdità che i racconti brevi di Roald Dahl padroneggiano nei confini del suo mondo imprevedibile e spaventoso.
Note
I passi del racconto sono qui riportati nella traduzione di Attilio Veraldi per Ugo Guanda Editore, Parma 2004.